DOCUMENTARIO

Avete mai visto “Gente del Po” di Antonioni? O “Ennio” di Tornatore? O ancora “Cowspiracy” di Kip Andersen? Dai grandi successi premiati agli Oscar alle pellicole di nicchia, il documentario è uno dei pochi generi cinematografici che riesce sempre a catturare l’attenzione dello spettatore e questo perché parla di realtà. Alcuni lo definiscono come l’elaborazione narrativa di un percorso di documentazione; altri come una storia raccontata dai suoi stessi protagonisti. 

in breve

Esistono diverse forme di documentario, così come diverse modalità per crearlo e anche noi abbiamo la nostra cifra stilistica. Se siete in questa sezione e pensate che il documentario possa fare al caso vostro, vi diamo tutto il nostro appoggio. E sapete perché? Perché noi di Pajno Films crediamo che il documentario sia certamente un prodotto in continua evoluzione, ma con la costante di raccontare storie vere e con una totale libertà espressivo-artistica. è quindi il connubio perfetto per un’azienda che vuole mostrare la propria storia in modo unico e originale. Per farvi capire di cosa stiamo parlando, vi proponiamo un documentario che abbiamo realizzato per il comune di Forlì, in collaborazione con la Cna, per celebrare il terzo anno del festival dedicato a Caterina Sforza. Il nostro documentario è stato protagonista del giorno di inaugurazione dell’evento, aprendo i festeggiamenti in onore di Caterina e il percorso che ci ha portato dall’idea alla sua realizzazione è stata la carta vincente per raccontare una storia di realtà con la nostra personale impronta.

LA LEONESSA DI FORLì - CATERINA SFORZA

L’IDEA

Abbiamo alzato la cornetta e dall’altra parte del telefono il Comune di Forlì ci richiede la realizzazione di un documentario storico. Una tipologia di pellicola che richiede un grande studio preliminare, ancora di più per la rilevanza del personaggio richiesto, Caterina Sforza, simbolo dell’intera città.  

Abbiamo dunque deciso di iniziare un vero e proprio lavoro di ricerca e questo perché la prima impronta che volevamo dare al nostro documentario era la componente di realtà, quella in cui la stessa Caterina Sforza si sarebbe potuta riconoscere. Così è iniziato il nostro viaggio nei luoghi in cui si svolgeva la vita di palazzo, nel tentativo di percepire le usanze del tempo.

Storici e storici dell’arte ci hanno affiancato nei nostri percorsi, fornendoci le giuste informazioni con le quali abbiamo redatto le ricostruzioni dei fatti salienti del personaggio e della città forlivese.

Potevamo fermarci qui, ma ci siamo spinti oltre. La nostra idea, infatti, era quella di creare un’esperienza cinematografica immersiva, che catapultasse lo spettatore direttamente a Forlì, alla fine del Quattrocento.

PRE-PRODUZIONE

È iniziata per noi la seconda fase di sviluppo, ossia quella della pre-produzione. Le strade erano due. Potevamo creare una linea storica che, semplicemente, ricordasse i fatti, come un normale documentario informativo. Oppure, potevamo ricostruire le vicende vissute a Forlì dalla protagonista, ripercorrendo i luoghi che lei stessa aveva percorso. 

Ci siamo chiesti: ma se facessimo entrambe le cose? è così nata la collaborazione con gli storici e storici dell’arte che avevamo consultato per le nostre ricerche. L’idea era quella di far raccontare Caterina Sforza proprio dagli storici e dalle figure istituzionali di Forlì, così che i cittadini si sarebbero riconosciuti nel documentario. Il tutto mentre la telecamera si addentrava tra le strade della città, ripercorrendo non solo i passi di Caterina, ma quelli dei suoi stessi abitanti.


Un documentario non per i cittadini, ma con i cittadini.

PRODUZIONE E MONTAGGIO

Abbiamo svolto le riprese in circa sei settimane, con una troupe composta da solo sei persone e l’appoggio speciale del Comune e della Pro Loco. Grazie a loro, infatti, e alla loro sincera volontà di mostrare Forlì ai loro cittadini, abbiamo potuto raccontare luoghi ancora chiusi al pubblico, fornendo un racconto del tutto inedito su Caterina Sforza. La pellicola si è anche corredata di animazioni video. Il nostro obiettivo, alla fine, era quello di far immergere lo spettatore nel documentario e per far ciò ci siamo serviti di reperti del tempo. Fra questi, l’incredibile ritratto di Caterina Sforza di Lorenzo di Credi, una ripresa inedita, commentata dagli storici dell’arte che l’hanno studiata.
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